Gerard de Nerval, pseudonimo di Gerard de Labrunie, fu segnato a due anni dalla morte della madre e trascorse l'infanzia a Mortefontaine, nel Valois, presso uno zio materno. Nella soffitta della casa trovò decine di libri di scienze occulte, cabala e letteratura esoterica, inaspettato viatico per le sue prime "fughe" oniriche. Si trasferì quindi a Parigi, dove si iscrisse a medicina per volere del padre medico, cominciò tuttavia a dedicarsi agli studi letterari. A vent'anni pubblicò una pregevole traduzione del Faust di Goethe, che ottenne un certo successo, e nel 1830 un'antologia poetica di autori tedeschi. Frequentò Hugo e Nodier. Con quest'ultimo partecipò alla "battaglia" fra romantici e conservatori durante la prima rappresentazione di "Hernani". Nel 1834 un'eredità del nonno materno gli permise di effettuare un viaggio in Italia. Nerval visitò Firenze, Roma, Napoli assorbendo i miti e i simboli disseminati fra Posillipo, il Vesuvio e i giardini romani. Nel 1835 diede alle stampe la rivista "La Monde dramatique" nel tentativo di lanciare l'attrice Jenny Colon, di cui era innamorato, ma la pubblicazione durò solo un anno. Sperperò le sue sostanze, gli amici gli procurarono collaborazioni con qualche quotidiano, nel 1838 scrisse alcuni drammi in collaborazione con Dumas. L'anno successivo fece un viaggio a Vienna, conobbe Liszt, tornò Parigi il 9 marzo 1840, parte del viaggio lo fece a piedi per mancanza di denaro. Ripartì poi per l'Austria, per il Belgio, nel 1941 fu colto da un'improvvisa crisi di follia e venne internato a Montemartre per dieci mesi. Ristabilitosi, si diede a un'intensa attività letteraria. Nel 1842 morì Jenny Colon. Nel 1843 Nerval partì per un lungo viaggio in Oriente passando per Malta, l'Egitto, la Siria, Beirut, Cipro, Costantinopoli e Napoli. Nel 1844 raggiunse Anversa e Amsterdam e nel '45 approdò a Londra. Riunì le sue impressioni in Viaggio in Oriente (1853), "giornale di viaggio" denso di visioni e miti personali. Nel 1852, tornato a Parigi, venne ricoverato per una malattia infettiva da cui uscì profondamente prostrato. Quell'anno scrisse gli Illuminati , raccolta di saggi su ispirati ed eccentrici del passato e cominciò a tornare regolarmente a Valois, nei suoi luoghi d'infanzia. Chiese un sussidio allo Stato, ma nel 1853 fu colto da una seconda, terribile crisi di follia. Scrisse Piccoli castelli di Boemia , poesie e prose pervase da un misterioso senso di irrealtà. L'anno seguente fu la volta de Le chimere , una raccolta di sonetti e de Le figlie del fuoco , dove di tratteggiano figure femminili affioranti nella memoria, forse miraggio di una madre mai dimenticata. Poco dopo subì un nuovo internamento nella clinica del dottor Blanche, ma l'intervento degli amici della società di "Gens de lettres", ad ottobre, riuscì a farlo uscire. Cominciò a scrivere Aurelia o il sogno e la vita , un lungo racconto suggestivo e allucinato rimasto incompiuto, ma il suo fragile equilibrio mentale era ormai andato in pezzi: qualcuno un giorno lo vide vagare intirizzito e pallido sotto la neve, senza il soprabito. Il 26 gennaio 1855 Nerval, quarantaseienne, s'impiccò di notte a un'inferriata nella rue de la Vieille-Lanterne, in un lurido quartiere di Parigi. La sera precedente, prima di uscire di casa, aveva lasciato un biglietto alla zia che lo ospitava: "Non aspettarmi questa sera, perché la notte sarà nera e bianca".