STUPRA

La prima menzione dei tre sonetti si trova in una lettera del Delahaye a Verlaine, nel dicembre del 1875, ma rimasero a lungo inediti (vennero pubblicati nel 1923). Il sonetto Obscur et froncé è stato ritrovato più tardi nell’Album zutique, dove reca il titolo di Sonnet du trou du cul. Figura ugualmente in Hombres, il volume di poesie sodomitiche scritto da Verlaine. Vi si dice che le quartine sono opera di Verlaine e le terzine di Rimbaud. Il sonetto è una parodia di Albert Mérat, che aveva pubblicato (in un volume intitolato L'idolo) una serie di sonetti sulla bellezza femminile.

Gli antichi animali montavano, anche in corsa,
con glandi bardati di sangue e d'escrementi.
I nostri padri esponevano il membro fieramente
tra le pieghe della guaina e la grana della borsa.

Nel medioevo per la damina, angelo o troia,
ci voleva un gagliardo dal solido arnese;
anche un Kléber, secondo le mutande che mentono
forse un poco, non doveva mancare di risorse.

D'altronde l'uomo è uguale al più fiero mammifero;
l'enormità del loro membro a torto ci stupisce;
ma una sterile ora è suonata: il cavallo

ed il bue hanno represso i loro ardori, e nessuno
oserà più drizzare il suo organo genitale
nei boschetti dove brulica un'infanzia buffona.

 

 

* * *

 


Le nostre chiappe non sono le loro. Spesso ho visto
gente sbottonata dietro qualche siepe
e, nei bagni sfrontati dove l'infanzia s'allieta
ho osservato il disegno e l'effetto del nostro culo.

Più sodo, pallido in molti casi, è provvisto
di evidenti rilievi che tappezzano la trama
dei peli; per quelle, e solo nel solco
grazioso che fiorisce il lungo e folto raso.

Un'ingegnosità toccante e meravigliosa
come non si vede neppure negli angeli delle sacre pitture
imita la guancia che il sorridere increspa.

Oh! essere così nudi, cercare gioia e riposo,
con la fronte volta alla porzione gloriosa
e liberi entrambi mormorare singhiozzi?

 

 

* * *

 


L'idolo.

Sonetto del buco del culo

 

 

Oscuro e increspato come un garofano violetto
respira, umilmente rannicchiato nel muschio
ancora umido d'amore che segue il clivo dolce
delle bianche chiappe fino al cuore dell'orlo.

Filamenti simili a lacrime di latte
hanno pianto sotto il vento crudele che le respinge
attraverso i piccoli grumi d'una rossa marna
perché si perdano dove il pendio li chiama.

Il mio sogno sovente s'abboccò alla sua ventosa;
la mia anima, del materiale coito gelosa,
ne fece una fulva gronda e suo nido di singhiozzi.

È l'estasiata oliva ed il carezzevole flauto,
è il tubo dove scende la celeste pralina,
femminile Canaan racchiuso nel madore.

Les anciens animaux saillissaient, même en course,
Avec des glands bardés de sang et d'excrément.
Nos pères étalaient leur membre fièrement
Par le pli de la gaine et le grain de la bourse.

Au moyen âge pour la femelle, ange ou pource,
Il fallait un gaillard de solide gréement ;
Même un Kléber, d'après la culotte qui ment
Peut-être un peu, n'a pas dû manquer de ressource.

D'ailleurs l'homme au plus fier mammifère est égal ;
L'énormité de leur membre à tort nous étonne ;
Mais une heure stérile a sonné : le cheval

Et le boeuf ont bridé leurs ardeurs, et personne
N'osera plus dresser son orgueil génital
Dans les bosquets où grouille une enfance bouffonne.

 

* * *

 

 

Nos fesses ne sont pas les leurs. Souvent j'ai vu
Des gens déboutonnés derrière quelque haie,
Et, dans ces bains sans gêne où l'enfance s'égaie,
J'observais le plan et l'effet de notre cul.

Plus ferme, blême en bien des cas, il est pouvu
De méplats évidents que tapisse la claie
Des poils ; pour elles, c'est seulement dans la raie
Charmante que fleurit le long satin touffu.

Une ingéniosité touchante et merveilleuse
Comme l'on ne voit qu'aux anges des saints tableaux
Imite la joue où le sourire se creuse.

Oh ! de même être nus, chercher joie et repos,
Le front tourné vers sa portion glorieuse,
Et libres tous les deux murmurer des sanglots ?

 

 


* * *

 


L'idole.

Sonnet du trou du cul

 

 

Obscur et froncé comme un œillet violet
Il respire, humblement tapi parmi la mousse
Humide encor d'amour qui suit la fuite douce
Des Fesses blanches jusqu'au cœur de son ourlet.
 
Des filaments pareils à des larmes de lait
Ont pleuré, sous le vent cruel qui les repousse,
À travers de petits caillots de marne rousse
Pour s'aller perdre où la pente les appelait.
 
Mon Rêve s'aboucha souvent à sa ventouse;
Mon âme, du coït matériel jalouse,
En fit son larmier fauve et son nid de sanglots.
 
C'est l'olive pâmée, et la flûte câline;
C'est le tube où descend la céleste praline:
Chanaan féminin dans les moiteurs enclos!


Arthur Rimbaud in un disegno di  Paul Verlaine (1872)
Arthur Rimbaud in un disegno di Paul Verlaine (1872)


Prima edizione di "Una Stagione all'Inferno" (1873). Ed. Poot & C.
Prima edizione di "Una Stagione all'Inferno" (1873). Ed. Poot & C.


Rimbaud diciassettenne ritratto da Henri-Fantin Latour (1872)
Rimbaud diciassettenne ritratto da Henri-Fantin Latour (1872)
R. alla prima comunione (1866)
R. alla prima comunione (1866)
Rimbaud in Africa (1883)
Rimbaud in Africa (1883)